Politik mit Stil

“Abbiamo imparato tutti in questo momento: Prima le persone”

Signor Sindaco, lei è stato eletto nel 2016 come sindaco di Latina. Quali erano i suoi obiettivi della campagna elettorale?

Sono stato eletto nel 2016 anche con un forte sostegno da parte della città ottenendo al ballottaggio il 76% delle preferenze. Questa città veniva da una precedente consiliatura che era finita antici-patamente per questioni riguardanti la commistione con il malaffare da parte della politica e dell‘ amministrazione. E quindi per la mia elezione la campagna elettorale ha puntato molto sulla questione morale, al fine di ricercare di riaffermare i principi della trasparenza e dell’onestà, che dovrebbero essere principi fondamentali e che nelle ultime esperienze politiche della nostra città non erano stati salvaguardati. Quindi la mia impronta amministrativa è stata in questa direzione. E credo che in questi quattro anni questo lavoro sia stato percepito. Anche se si tratta di un lavoro meno visibile, abbiamo cercato di impostare un metodo, che in qualche maniera ha dato la garanzia a tutti i cittadini di essere trattati in maniera equa nel rispetto dei loro diritti. Credo che questo sia l’obiettivo princi-pale che mi ero prefissato e che è stato raggiunto.

Della sua politica governativa ne parleremo ancora dopo. Prima mi spieghi come funziona il sistema politico comunale, cioè il processo dall’idea all’azione?

Il sindaco viene eletto attraverso questo meccanismo del doppio turno. Ciò significa che se nessuno dei candidati nel primo turno raggiunge oltre il 50% delle preferenze, i due che hanno riportato il risultato migliore si sfidano in un testa a testa che si chiama appunto ballottaggio. Nel nostro caso, il forte sostegno ottenuto al ballottaggio, ci ha consentito di portare a casa come forza di maggioranza 20 consiglieri comunali. Il processo dall’idea all’azione prevede prima la proposta di un progetto. In estrema sintesi, questo progetto parte dalla giunta e passa per le varie commissioni. Infine viene votato nel consiglio comunale. Si tratta di un meccanismo democratico che prevede tutta una serie di passaggi e in alcuni casi diventa anche un limite. Questi passaggi, infatti, spesso sono un po‘ troppo lenti, perciò il cittadino ha la percezione che vi sia un po‘ di immobilismo ma in realtà la macchina politico-amministrativa continua a lavorare.

Ma lei questo sistema lo trova giusto, anche se è lento?

È un sistema che – l’abbiamo visto purtroppo nella gestione dell’emergenza Covid-19 – va cambiato e semplificato. La richiesta che facciamo noi sindaci al governo centrale è proprio questo, cioè di sem-plificare di più le procedure. Quindi dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra le esigenze della gente e quelle che sono poi le norme stabilite dal governo centrale. Se, per esempio, vediamo la gestione della ristrutturazione del Ponte Morandi, vediamo che in quel caso i tempi sono stati più celeri grazie ad una serie di deroghe che sono state date al sindaco. Dovremmo andare in quella direzione.

Ha appena menzionato la pandemia del Coronavirus, che è stata una grande sfida specialmente per l’Italia. Quando ci sono stati i primi casi qui a Latina?

I primi casi li abbiamo avuti nella prima decade di marzo. È stata un’esperienza durissima. Anche in quel caso il ruolo del sindaco è stato importante perché il sindaco è un po‘ l’anello di congiunzione tra cittadino, governo regionale, governo centrale e la prefettura. E, quindi, siamo quelli a cui il cittadino si rivolge per chiedere conto. La provincia di Latina si è comportata bene in quella fase. Sono state seguite le prescrizioni. Io facevo delle dirette Facebook giornaliere di circa 30-40 minuti, in cui davo un po‘ di informazioni. Poi professionalmente sono medico (cardiologo) e, quindi, in questo caso, avevo una maggiore consapevolezza nel saper gestire l’emergenza. Ecco, io credo che questo sia stato il punto, su cui abbiamo lavorato: nell’informare correttamente i cittadini, ma senza far degenerare la situazione in panico, perché altrimenti sarebbe stata incontrollabile.

Ma il Comune di Latina ha reagito con delle azioni prima che arrivassero le decisioni del governo centrale?

No. Diciamo che c’è la Prefettura che ha il compito insieme alla direzione generale della ASL di vigilare la sicurezza sanitaria. Ovviamente il sindaco è responsabile dell’igiene della comunità. Noi non abbiamo fatto anticipazioni rispetto alle norme date dai decreti. Abbiamo sempre seguito ciò che il governo centrale ha stabilito. E l’abbiamo fatto sempre con tempestività e cercando di informare i cit-tadini in una forma più corretta attraverso i media. Per-ché in un tempo come questo, in cui i social hanno pubblicato una serie di fake news, è stato anche un problema da affrontare. Dare le risposte giuste a una serie di informazioni scorrette, che purtroppo hanno viaggiato attraverso il web.

Però comunque in tutto questo lei dice che Latina è uscita bene da questa pandemia?

Sì, anche se adesso siamo in una fase un po‘ delicata. Perché ora non dobbiamo abbassare il livello di attenzione e il livello di guardia e dobbiamo puntare sulla responsabilità delle persone. Mi riferisco per esempio alla nostra cosiddetta via dei pub, che è frequentata da tantissimi giovani. E lì, pur mantenendo un presidio di polizia, è difficile controllare l’assembramento. Questo lo vediamo succedere a Milano, a Palermo, insomma, in tutte le città d’Italia. E quindi è importante cercare di sviluppare un senso di responsabilità soprattutto nei giovani. Perché non è possibile creare uno stato di polizia permanente.

E per lei, come sindaco, quali sono state le lezioni di questa pandemia?

Abbiamo imparato molto. Io credo che la lezione più importante sia quella del valore della persona. Abbiamo esponenti politici che hanno sempre sbandierato: Prima gli italiani. A mio avviso abbiamo imparato tutti in questo momento: Prima le persone. E quindi il valore della solidarietà e della generosità, che si è espressa in quella fase lì, è un valore che non dobbiamo mai dimenticare. E nessuno è stato lasciato indietro. Perché poi abbiamo tutti toccato con mano quanto poi la sofferenza rischi anche di far perdere la dignità alle persone. Quindi il valore della solidarietà è un valore importante. Dopodiché credo che abbia anche insegnato a noi amministratori, ma anche ai cittadini stessi, che dobbiamo ripensare le città in modo diverso. Cioè riportare il livello della dimensione umana alla capacità di apprezzare le cose più semplici. Le città, in questo momento, si stanno trasformando ulteriormente in isole pedonali e in zone a traffico limitato. In Italia siamo un po‘ indietro su questo e, quindi, stiamo lavorando tutti su questa direzione, cioè nell’aumentare le piste ciclabili. Proprio per favorire la distribuzione degli spazi affinché ci siano meno affollamenti, ma nello stesso tempo ci sia la maggiore possibilità di fruibilità della città.

Ho notato che sta investendo molto nelle ciclabili. Ma, allo stesso tempo, ho anche notato che le strade dove passano le auto hanno qualche buca. Quindi, non sarebbe prima il caso di ristrutturare le strade?

Sì! Questo è un tema che nella percezione del cittadino è molto presente; le buche, il taglio dell’erba ecc… Stiamo chiudendo un accordo per la gestione delle strade che in qualche maniera ci garantirà un servizio più puntuale. Non dobbiamo mai dimenticare però che mettere a posto le strade ha un costo. Io ho fatto una scelta iniziale puntando di più nell’investire sui servizi sociali. Poi le strade nel tempo si aggiustano. Ma per me vengono prima i diritti delle persone.

Parliamo un po‘ di futuro. Latina ha molti studenti e pure un’università. Come sono messe queste scuole e l’università? Insomma: Latina è una città per il futuro?

È proprio questo il punto. Latina è una città giovane che è stata fondata nel 1932. E nel 2032 arriverà al suo Centenario. In caso di rielezione vorrei proprio lavorare sulla prospettiva: la visione di questa città è di valorizzare molto l’aspetto della città universitaria. È un aspetto sul quale ho già lavorato in questi quattro anni, perché l’università non deve essere data per scontata. Dev’essere valorizzata. Poi Latina è una città media, a misura d’uomo e quindi un valore che può essere attrattivo per gli studenti. Io mi sono attivato, ad esempio, per far partire il corso di laurea in chimica farmaceutica, perché noi abbiamo un polo industriale chimicofarmaceutico che è il secondo in Italia. Mancava quest’anello della catena, cioè un corso di laurea che desse poi potenziali sbocchi. Investire nell’università e sull’innovazione digitale, che poi è l’altro insegnamento che ci ha dato il Corona-virus, credo che siano le coordinate su cui muoversi in futuro per la città.

Lo trova giusto che in tutta Italia da marzo fino ad oggi le scuole sono state chiuse?

Purtroppo sì! Parlando di scuola è proprio lì dove dobbiamo investire. Nei ultimi quindici/vent’anni nel nostro paese i tagli sono sempre stati fatti su scuola e sanità. Invece, al contrario il Covid-19 ci ha dato la dimostrazione di quanto sia importante investire nella sanità pubblica e nella scuola. Quindi noi adesso come amministrazione comunale stiamo cercando soluzioni per aumentare gli spazi a disposizione per gli studenti. Ma aspettiamo che il governo centrale ci metta a disposizione un numero maggiore di insegnanti. Io credo che la strada da percorrere sia questa: dobbiamo ripartire dalla scuola. Gli studenti vanno riportati nella dimensione del rapporto fisico e della relazione fisica anche con l’insegnante. Con la distanza funziona, ma non funziona per tutti.

Latina, essendo una città fondata nel 1932, è una città molto moderna. Ma la cultura si trova comunque in questa città?

Questo è stato un aspetto purtroppo negativo nella mia esperienza di mandato. Purtroppo per una serie di motivi legati alle norme antincendio, noi di fatto abbiamo dovuto chiudere il teatro da due anni. E per una città media come Latina, che fra l’altro ha un teatro importante, è stata una privazione che ha limitato molto tutte le possibilità di iniziative di tipo culturale su cui avevo puntato. Mi auguro di poter ripartire il prossimo anno a settembre/ottobre con la stagione teatrale che sia in qualche manie-ra compatibile con le prescrizioni legate al Covid. Penso che restituisca alla nostra collettività la realtà importante dal punto di vista culturale. E anche alla capacità di riappropriarci un po‘ della bellezza dell’arte.

Invece, anche avendo il mare, perché Latina ha questo problema del turismo?

Latina ha un problema con il turismo perché non abbiamo mai investito su questo. Intanto sconta un po‘ il problema delle infrastrutture, cioè il collegamento con Roma e con l’autostrada, ma anche il collegamento su ferro, cioè con i treni (abbiamo la stazione a 8 km da qui). Diciamo che questo è un limite che ci ha un po‘ condizionato a fare investimenti sul turismo. Però abbiamo una marina che deve essere ulteriormente valorizzata. E su questo io credo che anche l’esperienza del Covid, in qualche maniera, può dare l’avvio a una politica diversa, a un’attenzione diversa. Io credo, che in questa estate avremo molte più persone proprio perché sono limitati i viaggi all’estero. Quindi soprattutto la popolazione romana probabilmente si riverserà molto sul nostro litorale. Ecco questo è un test su cui dobbiamo avviare una programmazione futura con una serie di iniziative. Dobbiamo investire sul turismo. Lo diciamo sempre a parole ma devono esserci atti.

E quali sono questi atti?

Gli atti sono quelli di aumentare la ricezione alberghiera per favorire anche iniziative di turismo di tipo sportivo o di turismo anche lento, che può essere per esempio il turismo dei Bikers con le piste ciclabili. In aggiunta abbiamo bellezze naturali, come il mare stesso e il lago di Fogliano, ma, a qualche km da qui ,anche i Giardini di Ninfa dove ci sono più di 80 mila di visitatori all’anno. Ecco ciò dobbiamo cercare di renderlo sistema, grazie a una capacità di collegamento ma anche a una capacità di comunicazione su cui non abbiamo mai investito.

Vedendo gli ultimi sondaggi, si potrebbe già avere un governo di centro-destra se i cittadini andassero a votare oggi. Come si spiega questo populismo crescente e come si combatte?

Questo è un problema del nostro Paese. Perché poi questa deriva populista è una deriva a mio avviso pericolosa, proprio perché la gente è scarsamente informata nonostante esista lo strumento dei social. Ma i social, a mio avviso, se non sono usati in maniera più appropriata, non sono uno strumento di democrazia. A mio avviso, costituiscono una degenerazione della democrazia perché si esprimono i più violenti e ciò fa sembrare che quello sia il pensiero dominante. Io credo che la politica debba fare delle scelte ben precise e non fare troppi calcoli. Il Covid ci ha detto che dobbiamo spingere ancora di più nella direzione che la comunità europea ci ha dato: verso una politica di salvaguardia dell’ambiente, della mobilità sostenibile, allo stesso tempo, del rispetto dei diritti delle persone. E qui non ci sono calcoli. I decreti sicurezza, per esempio, vanno aboliti e va dato un segnale alla popolazione. Sono scelte che poi rischiano anche di non essere capite, ma io credo, che in certi momenti la politica debba dare degli indirizzi ben precisi. E, quindi, io penso che un’area moderata che guardi al campo progressista debba valorizzare soprattutto le politiche ecologiste che, qui in Italia, appunto non hanno mai avuto questa espressione come in Germania e in altri paesi d’Europa. Mi auguro che nella discussione sui Recovery Fund si raggiunga una scelta definitiva. La dimensione “Europa unita”, la dimensione ambientalista credo che rappresentino una delle risposte all’ignoranza dei populisti.

Con tutte le idee che ha manifestato perché ancora non si è deciso di ricandidarsi il prossimo anno?

In linea di massima penso che mi ricandiderò. Adesso però sono molto stanco, fisicamente e moralmente perché nell’esperienza del Covid mi sono speso molto. E allora vorrei decidere con la mente un po‘ più serena perché vorrei che si creassero le condizioni per farlo. Nella precedente campagna elettorale io ho rappresentato un’anomalia perché non venivo da un percorso politico. Quindi anche una novità su cui si sono riversati in tanti e su cui sono state riversate tante aspettative. Adesso, dopo aver governato la città e dopo aver acquisito un’esperienza che non avevo, vorrei che le condizioni fossero diverse, cioè vorrei lavorare su un programma che non sia né il libro dei sogni né solo il discorso dell’onestà e della legalità. Come ho detto prima, abbiamo costruito fondamenta solide e vorrei definire bene gli obiettivi futuri di questa città.

Signor sindaco, la ringrazio per questa intervista!

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